Caccia al topo by Daniele Zovi

Caccia al topo by Daniele Zovi

autore:Daniele Zovi [Zovi, Daniele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2023-04-04T10:00:00+00:00


Qualcuno mi ha chiesto cosa cerco quando vado a “caccia” di lupi. Forse sogno di trovarmi occhi negli occhi guardandomi dentro come di fronte ad uno specchio dell’anima.

Silvano Paiola, 10 anni con i lupi dei Monti Lessini, 2022

Quando arrivo in città il giorno successivo, ho quindi all’attivo la certezza dell’inutilità degli ultrasuoni e un po’ di disistima, per usare un eufemismo, verso i ricercatori universitari nord-americani e i commercianti italiani. Vado direttamente al negozio di ferramenta: la gabbietta che mi propongono è fissata su una base di legno e ha la forma di una piccola cupola di rete metallica con il colmo aperto, un Pantheon in miniatura. Sulla base si mette l’esca, il topo entra per mangiarla e poi non riesce più a uscire perché dal buco della cupola partono verso il basso spuntoni di ferro che si stringono sempre più fin quasi a toccarsi.

Il costruttore deve essersi ispirato alla nassa che usano i pescatori, fatta di rete con un’esca appesa all’interno: il pesce o il gambero entra forzando le maglie posizionate sulla bocca della strozzatura e poi non è più in grado di lasciare la trappola. Qui la base di legno ha al centro una piccola porta metallica che servirà per liberare l’animale catturato. È un oggetto non del tutto convincente ma bello. Sono un po’ perplesso conoscendo l’abilità dei miei piccoli coinquilini, ma tentar non nuoce e acquisto due trappole: piaceranno anche a loro.

Quando torno a casa le metto subito in funzione, infilo nelle basi pezzetti vari di cibo e le posiziono dove secondo me sono soliti passare, vicino al divano e dietro il frigorifero. Mi pare di cominciare a pensare come un topo. Mi arrampicherei sulla gabbietta e mi infilerei nel buco se la trappola fosse al centro della stanza? Certo che no!, ma così, un po’ nascosta, con quel profumo di salsiccia che esce dalla retina, l’attrazione mi pare irresistibile. Qui il pensiero va all’affascinante titolo di un film con Michael Douglas e Glenn Close, Attrazione fatale. Sarà quella che ho preparato una “attrazione fatale”? Staremo a vedere.

Mi concedo ben tre episodi della mia serie preferita e sprofondo nel sonno fiducioso di chi si aspetta di vedere esaudite le proprie preghiere.

Appena mi sveglio vado a vedere, in punta di piedi per non spaventare le prede e… quel che vedo non mi piace, non mi piace per niente. Nelle gabbiette non c’è più cibo, anzi sono rimasti due pezzetti di formaggio, mentre il pane con il miele e i resti della salsiccia sono spariti. Di animali neanche l’ombra. E in più ci sono tre risetti neri, tipica testimonianza fecale della loro digestione rapidissima. Dunque hanno apprezzato la cucina ma non l’alloggio. Non solo la nassa non ha funzionato ma mi hanno anche lasciato un segno di disprezzo. Avrebbero potuto defecare dovunque in giro per la casa, come è loro abitudine. Ma no, hanno voluto farla qui, bene in vista, un messaggio inequivocabile: mi stanno prendendo in giro.

È inutile prenderla sul personale. I topi ovviamente non ce l’hanno con me, né si preoccupano di comportarsi bene o male.



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